Bruno Mangiaterra
Forme e Colori nel Pensiero
"La categoria del "pensiero poetante", che si è rivelata efficace strumento ermeneutico in campo letterario, può risultare feconda anche in ambito artistico: ci sembra che l'opera di Bruno Mangiaterra ne offra una significativa testimonianza. Infatti, l'artista lauretano nella sua più che trentennale attività presenta un variegato ventaglio di dipinti e installazioni, con cui ha cercato di cogliere "forme e colori del pensiero"...di Giancarlo Galeazzi
Cuscino con cuore di piombo 1972, cm 70x50
Il linguaggio dell'immagine
"La manipolazione linguistica dei materiali vira dal freddo ordito tautologico al caldo dell'emozione per una visione della pittura dilatata nella pratica della poesia. Pensare l'immagine diventa il rendere edotti della progettualita di quel "fare", del costruire nel significato della presenza la visualizzazione della pittura praticata. Pittura, dunque, in quanto argomento linguistico dell'espressione. Quale raffinata realtà del pensare che si rappresenta sulla superficie, nella profondità della superficie. Si deve a Mangiaterra una delle più coerenti avventure che della nuova stagione artistica delle Marche ribalta il localismo nel respiro nazionale ed europeo dell'assunto poetico proprio nella cultura delle Neoavanguardie....di Mariano Apa
Preparazione di matrici di zinco per la stampa calcografica di immagini della cinta murata Felix Civitas Lauretana 1978, cm 50x70
Orbita 3, 1988, tavola, resina, polveri colorate, ottone e rame, cm 80x20x10;
Orbita X, 1988, tavola, olio, ottone e rame, cm 140x25x10
Orbita X, 1988, tavola, olio, ottone e rame, cm 140x25x10
Atlante 1986, veduta della mostra alla galleria ArfArt, Jesi (AN)
ORO NERO - Appunto 3, 1995, olio su tela, cm 170x130
ORO NERO - Appunto 113 (I Godoari, IV) 1995, olio su tela, cm 170x130
ORO NERO - Appunto 113 (I Godoari, IV) 1995, olio su tela, cm 170x130
L'anima come fattore universale della natura 1995, olio su tela, cm 400x100
Sguardo 1988, canna di bambù e lampadine a pila, ferro, cm 150 diametro cm 4
Verso le ore mattutine 1996, olio su tela, cm 150x150
Il sole volge al tramonto 1986, olio su tela, cm 150x150
All'etere 1994, olio su tela, cm 150x170
Etica 1995, installazione della mostra al Centro Nazionale di Studi Leopardiani, Recanati (MC)
Il linguaggio della verità è naturale 1997, olio su tela e carboncino cm 200x200
Tutta l'aria è piena di immagini erranti 1997, olio su tela, luce e proiettore, cm 250x165
Le penne liberano dalle sirene 1999, olio su tela, penne di struzzo
Sollevarsi dalla pesantezza e dalla orizzontalità del suolo 1997, installazione; Premio Marche
La piazza 2001, olio su tela con versi di Eugenio De Signoribus, cm 300x170
Vaso 2001, olio su tela con versi di Paolo Volponi, cm 160x180
Angelo Azzurro 2001, olio su tela con versi di Plinio Acquabona, cm 150x170
Purchè si parli di esistenza, installazione 2002, nuova scritta con tubo a neon, diametro m 3
Una baguette al giorno 2006, olio su tela, cm 120x140
Nostra signora dei turchi 2003, olio su tela, cm 160x200
Uccellacci uccellini 2003, olio su tela, cm 160x200
Lucente 2007, acquerello su carta, cm 160x105
Giorno 2007, acquerello su carta, cm 160x105
Voyager 2003, canocchiale di fango, piantina Ancona-Spalato
Attraversata Ancona-Spalato 2003, canocchiale di fango con scritta terra
Biennale d'arte Sacra, Fondazione Stauròs" 2006
"Mangiaterra di praticare la pittura in quanto pensiero tautologico e, dunque, di dimostrare quanto la pittura possa essere pratica linguistica nell'appropriazione culturale del Concettualismo. Perchè non si da' pittura se non per manipolazione linguistica dei materiali che viene a tradursi per quel che è: pensiero del tema, pensiero dell'argomentare con cui si esplicita il tepore della emozione, la severa composizione dell'assunto poetico dell'immagine. Così; Bruno Mangiaterra ha affrontato il "Cristo morto" del Mantenga, non in quanto rielaborato dell'indicazione citazionista, bensì; quale evocazione del figlio della protagonista - personificata da Anna Magnani - di "Mamma Roma" di Pier Paolo Paroloni, nel cui termine del film viene assunto nell'icona ora a Brera. Il doppio mandato della prospettica sequenza del Cristo morto e deposto - dal Mantenga a Pisolini - continua in Mangiaterra verso la siderale spazialita' che conduce il morire verso il risorgere. La tela bianca è un luminoso pneuma che vibra nell'odore dei fiori di stagione a infervorare l'idea della Nuova Vita. La dilatazione anamorfica del Cristo morto, lo dilata nella puntigliosa resa pittoricistica quale neofiamminga pittura - dentro il confronto acutamente grammaticale con la fotografia - nel fotogramma di "bianco e nero" che, come orizzonte della terra e del mare, lo rende illuminato spazio dell'idea della condizione umana. Condizione riposta nella verità della orizzontalità - la morte o il morire - e della verticalità, nel vibrante luminosismo della tela "vergine" nella significazione del bianco quasi come ci si trovasse innanzi un concettualismo "fondo d'oro", ad esplodere nel puntinismo timbrico dei profumi sprigionati dai rami in fiore a stillare colori e suoni...di Mariano Apa
Visioni 2006, dittico, olio su tela, cm 300x170
Architetture dense
"...La percezione, aderendo al complesso di un'istallazione iperarchiotettonica, porta l'osservazione a sviare, a fuorviare, a dirottare, a deviare, distrarre e instradare: l'installazione nel decostruire depista e trattiene la comunità dell'irriconoscibile. Essa accetta in maniera incondizionata la costante anonima del soggetto come lavoro collettivo: Naturalmente, soffermarsi sui diversi piani del lavoro di Mangiaterra e di Cutini, e tenendo conto dell'attività iniziale dei due artisti, è facile ritrovare la filologia della loro singolarità, ma se invece si accetta di farsi osservatori partecipi della densità attuale, della densità costruita da questa architettura, il taglio è felicemente multiplo e nella moltiplicazione si invita la grammatica combinatoria delle forme e degli stili a non interrompere il procedimento della congiunzione infinita. Cutini nel suo lavoro precedente faceva prevalere la fotografia e Mangiaterra l'oggetto concettuale direzionato verso l'installazione...di Gabriele Peretta
Architetture Dense 2005, tela, telaio, foto, morsetti, neon. Installazione di B. Mangiaterra e G. Cutini
"Dieciluglioduemiladieci" 2010 - Olio su tela, ferro, carbone 230 x 180
"Guerrieri che giocano con le ere" 2011 - Olio su tela, ferro, scacchi in legno 180 x 270